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1° settembre 1939 parte l’invasione della Polonia
Il primo settembre la Wermacht intraprende l’invasione della Polonia e in soli trenta giorni conclude tutte le operazioni militari in territorio polacco.
Un mese prima il ministro degli Esteri sovietico Vjačeslav Michajlovič Molotov e il suo omologo tedesco Joachim von Ribbentrop hanno concluso un accordo segreto per la spartizione della Polonia.
Il 17 settembre 1939, quando i polacchi stanno ancora cercando di respingere l’attacco tedesco, l’Unione Sovietica invade la Polonia orientale. Non sarà firmato nessun armistizio tra la Polonia ed i suoi aggressori e non vi sarà alcuna trattativa di pace. Semplicemente la Polonia cesserà di esistere come nazione, suddivisa tra le due dittature più sanguinarie del tempo.
La popolazione ebraica in Polonia nel 1939
Prima dell’invasione, gli ebrei in Polonia rappresentano un decimo della popolazione polacca: sono 3.300.000 persone su trentatré milioni di abitanti.
Dopo la divisione della Polonia tra il dominio tedesco e quello dell’unione sovietica nel settembre del 1939, due milioni di loro si trovano di colpo posti sotto la dominazione tedesca.
Varsavia ne conta da sola 400.000, vale a dire tanti quanti ne vivevano in Germania prima del 1933. Più di quelli che restano nel complesso del territorio del Reich e del Protettorato alla fine del 1939.
Con la stessa rapidità dell’azione militare contro l’esercito polacco, iniziarono anche le operazioni contro la comunità ebraica polacca. Tutti i provvedimenti contro gli ebrei, che in sei anni dal 1933 al 1939 sono stati eseguiti in Germania, vengono realizzati in Polonia in pochi mesi e con impressionante rapidità e crudeltà.
La gestione della questione ebraica è immediatamente di competenza delle SS di Heydrich
Sin dai primi giorni dell’invasione della Polonia le violenze naziste sugli ebrei polacchi sono diffuse e sanguinose.
Se ne accorgono immediatamente i vertici della Wermacht, i quali preferiscono che le operazioni nei confronti degli ebrei avvengano dopo la fine delle operazioni militari ed il passaggio dei poteri di controllo all’amministrazione civile.
I generali non desiderano che operazioni incontrollate contro gli ebrei siano condotte mentre loro sono responsabili dell’amministrazione del territorio polacco.
Per questo motivo il 9 settembre 1939 l’esercito trova un accordo con le SS. Sarà Reinhard Heydrich capo della Polizia di Sicurezza ad avere piena responsabilità e controllo sulla gestione della popolazione ebrea.
Il 21 settembre 1939 in una riunione con i capi dell’Ufficio Centrale di Sicurezza del Reich, Heydrich comunica la decisione di eliminare gli ebrei dalle regioni maggiormente germanofone, di cacciarli da tutta la campagna polacca e di concentrarli in ghetti situati nelle grandi città.
Il documento è particolarmente importante, perché ci mostra la rapidità della decisione con la quale sono adottate tutte le misure restrittive già operanti in Germania, immediatamente dopo l’invasione della Polonia .
Nel giro di breve tempo la burocrazia tedesca resuscitò in Polonia il ghetto ebraico medievale, un quartiere chiuso e tagliato fuori dal resto del mondo.